L' italiano, un bagaglio di cultura di Anna Maria Luce
Una sera il nonno ritornò dal lavoro stanchissimo. La nonna era seduta sul davanzale e lui chiamò i figlioletti, si sedette con loro e disse:
- È arrivato il momento, devo dirvi che ho deciso di andar via.
La nonna non capiva niente, lo guardava stupita.
- Andare via? Ma dove? Sei pazzo? E cominciò a singhiozzare…
Il nonno sorrise, la accarezzò con affetto e continuò: - Niente affatto; l`ho pensato molto e ormai la decisione è presa; andrò via, lo faccio per noi. Il paese è distrutto dalla guerra, la fame colpisce tutti, e ormai non è rimasto più nessuno.
Non era lui l'unico ad andar via, erano già partiti tanti altri paesani ed ognuno aveva scelto il suo cammino, chissà se si sarebbero rivisti.
E così passavano i giorni e la nonna preparava la valigia con le lacrime agli occhi.
Non avevano che una sola valigia, era vecchia, non era così grande ma ci mise dentro un sacco di cose.
E venne il giorno in cui il nonno partì e la nonna e i suoi figli restarono piangendo nel porto. Quante cose lasciava, che tristezza! Ma quante cose nuove avrebbe trovato!
E mentre la nave s`allontanava dall`Italia e s`avvicinava alla terra promessa, l'illusione cresceva e la speranza cominciava a mostrare un filo di luce che aumentava ogni volta di più.
E finalmente il nonno arrivò a destino, aprì la valigia e cominciò a prendere ad una ad una le cose che la nonna gli aveva messo. Prima tolse la speranza, che era così grande tanto che non capiva come era riuscita a metterla dentro. Tolse poi i sogni ch'erano così belli e che la nonna aveva dipinto con diversi colori.
E quante illusioni la nonna gli aveva fatto portare, pur essendo addolorata della sua partenza, e sì… era forte, la guerra l`aveva fatta così.
Insieme a tutte le belle cose che gli aveva dato la nonna, portò con sè pure i dipinti di Michelangelo e le invenzioni di Leonardo, le canzoni del grande Caruso e la tarantella, le opere di Verdi e di Puccini. Portò le poesie di Virgilio e la Divina Commedia di Dante, la canzone lirica e le operette, la cucina d'ogni paesetto e le domeniche in famiglia.
Portò le case pitturate con colori vivaci, portò la fisarmonica che suonava di sera con i vecchi amici e che poi continuò a suonare anche con i nuovi amici.
Mentre toglieva e toglieva mille cose lentamente dalla valigia, ogni sogno cominciava già a farsi realtà. E finalmente tolse le ferite della guerra, ormai guarite, che erano rimaste proprio giù, in fondo, sotto tutte le altre cose e quando le ebbe tolte tutte, sentì un grande sollievo. E la sua vita cambiò.
Dopo che ebbe ordinato tutte le cose che aveva tolto dalla valigia, pensò che era già arrivato il momento in cui la nonna e i suoi figli venissero a fargli compagnia. E la nonna e i figli partirono dallo stesso porto da dove era partito il nonno e portarono anche loro molte cose.
Portarono i ricordi del paese, degli amici, della piazza. Portarono i loro costumi, che a poco a poco furono cambiando e adattandoli alla nuova Patria. Portarono i semi dei fiori e i germogli delle piante che piantarono, e i loro fiori e frutti crebbero ancor più belli. Portarono tutti molta allegria, ma lasciarono molta nostalgia. Nostalgia che non tardò a rimanere nel passato, perchè il bagaglio di cultura che avevano portato fu presto condiviso con i nuovi paesani, e furono accettati come fratelli. Gli italiani portarono con sé il loro bagaglio di cultura e lo sparpagliarono affettuosamente nel mondo, e furono sempre accettati da tutti. Così nacque un nuovo bagaglio ancor più importante di quello di prima che vivrà tra tutti gli emigrati e i nuovi paesani per sempre.