Titolo: PIAZZA DI SANT'ANNA
Autore: Gabriela Leiras

Questa fu l'ultima immagine che ho avuto, tutto sembra quasi lo stesso: la chiesa, la fontana, il cielo, le montagne…
E adesso vengono a me tantissimi ricordi...
Quel giorno, mio zio Nicola, mi aveva fatto svegliare presto la mattina, era il giorno del mio compleanno.
Mentre prendevo la prima colazione, mi ha detto di guardare dalla finestra.
Quando la ho vista, non potevo crederlo...
Era lì, nuova di zecca, nera, brillante; una Bianchi autentica.
Mi guardava, mi aspettava, come se mi dicesse: - Carlo, dai, andiamo in piazza, provami!
Su quel pavimento sono caduto tante volte imparando a guidarla.
Mio zio gridava: - Carlo, alzati, non piangere!
Ricordo anche quando venivo con la mia mamma a fare la spesa tutte le domeniche, giorni in cui la piazza diventava un grande mercato a cielo aperto e l'odore a pesce e basilico invadeva l'aria.
Le bancarelle del mercato erano una esplosione di colori: verde, giallo, rosso, viola, e, a volte, con i miei amici, rubavamo della frutta che dopo mangiavamo nascosti dallo sguardo degli adulti.
Un giorno è successo che, mentre io intrattenevo con la mia conversazione Matteo, quello della frutta, Luca, il mio compagno di avventure, prese due mele grandissime.
In quel momento Matteo cominciò a gridare:  - Al ladro! Al ladro!
Tutt'e due siamo fuggiti di corsa verso la strada, quando purtroppo, il barbiere del paese, che aveva visto tutto, ci ha preso per il collo e siamo andati a finire culo per terra, mentre i nostri amici ridevano e le mele cadevano nella fontana.
Quel giorno abbiamo promesso di non rubare mai più.
Adesso mi sembra un ricordo molto carino, molto dolce…
Come pure quello delle gambe di Donna Isabella, la moglie del sindaco, che faceva sospirare tutti quando attraversava la piazza verso la chiesa.
Io ero solo un bambino ma  ciò nonostante, sognavo con avere una donna così da sposare quando sarei diventato un uomo.
Nel frattempo, mi contentavo a guardare Maria, la mia compagna di scuola.
Era molto magra, di capelli scuri e occhi azzurri; quando mi guardava, il cuore mi batteva agitato e diventavo molto nervoso.
Una sera, ci siamo incontrati qui, a quest'angolo, era una estate molto calda, ci siamo seduti  accanto alla fontana, e ci siamo baciati per la prima volta.
Il campanile della chiesa annunciava le due del pomeriggio, l'ora in cui mi sono innamorato...avevo sedici anni...
Dopo la vita non ci ha dato il permesso di frequentarci più; scoprirete il perché  più avanti...
Questo piccolo paese, Sant'Anna di Stazzema, sembrava un posto sicuro.
Avevamo sentito parlare dei partigiani, della resistenza, però, noi, i bambini, non ne capivamo molto.
Nonostante la sicurezza del paese, gli uomini erano nascosti nel bosco. Rimanevamo soltanto i bambini, le donne e i vecchi.
D'improvviso, una sessantina di uomini che portavano divisa, fortemente armati, irruppero nelle nostre case, nelle nostre camere, nelle nostre cucine, urlando come animali parole che nessuno capiva.
Erano con loro anche degli uomini che parlavano come noi, e traducevano le ordini dei tedeschi. Dicevano che tutti andassimo alla piazza,  di fronte alla chiesa...era l'alba...  Intanto, incendiavano le case, alcune con  i loro abitanti dentro.
Il fumo non ci permetteva respirare.
Quando tutti noi siamo rimasti immobili su questa piazza, eppure molti piangevano, loro cominciarono a sparare... dopo, il buio...
Adesso mi trovo proprio nel posto dove sono caduto morto.
Era il 12 agosto 1944.
Questa fu l'ultima immagine che ho avuto, la chiesa, la fontana, il cielo, le montagne...
Mancava questo monumento in pietra, che prega per le nostre anime, dove posso leggere il mio nome insieme ad altre 559 persone innocenti.
Guardo per l'ultima volta la piazza, devo partire...
Mentre mi allontano, sento la voce di un uomo che grida: - Carlo, alzati, non piangere!
È un uomo giovane con suo figlio; tra  i due una bicicletta nera, nuova di zecca, brillante, e, accanto alla fontana,  due ragazzi si baciano...